In memoria dei medici caduti durante l’epidemia di Covid-19

Allegati al verbale del 25.10.2007


ALLEGATI AL VERBALE

della riunione della Commissione Odontoiatrica del 25.10.2007 

ALLEGATO n.1

Comunicazione del Presidente, dott. Giuseppe Balice

Egregi Colleghi componenti della Commissione Odontoiatri, sono consapevole che l'argomento posto all'ordine del giorno può avervi sorpreso. La mia è invece una decisione conclusiva ed irrevocabile che giunge dopo un lungo periodo di riflessione in merito alla realtà ordinistica ed ai suoi rapporti con il mondo associativo professionale. Cercherà quindi di trasmettervi le motivazioni che mi hanno spinto ad un atto così importante.
Ho fatto parte di questa Commissione sin dal suo primo insediamento, rivolgendo contemporaneamente il mio impegno anche in campo sindacale. La lunga presenza nell'Ordine e nel sindacato è quindi una parte importante della mia esperienza professionale. Nell'Ordine, in particolare, ho sempre visto un momento unificante della professione, un punto di riferimento per tutti i medici e gli odontoiatri, un bene da tutelare e a cui dare il proprio sostegno.
In tutti questi anni ho potuto constatare come, al termine di ogni tornata elettorale, nell'Ordine siano rimasti gli elementi di competizione tra i raggruppamenti che ne sono stati protagonisti.
Ultimo esempio è quello attuale, in cui la Commissione Odontoiatri ed il suo Presidente agiscono da elementi "esterni" rispetto alla componente medica che ha vinto le elezioni. Questo perchè si trasferisce nell'Ordine, sbagliando, il modello tipico della politica, con una "maggioranza" ed una "minoranza", continuando l'opposizione tra le parti anche dopo il momento elettorale.
In questi miei ultimi due anni di presidenza, per evitare che tale logica si applicasse anche all'interno della Commissione Odontoiatri, mi sono sforzato di consentire la massima partecipazione ai suoi componenti sin dai primissimi passi del mandato elettorale, concordando date ed orari e lasciando spazio ai momenti propositivi di tutti, fiducioso nel senso di appartenenza alla categoria e consapevole che questo metodo fosse il punto di partenza per affrontare al massimo delle potenzialità le problematiche della professione.
Dopo due anni vedo però ancora una Commissione che non puà muoversi all'unisono con la parte medica, un dialogo quasi inesistente tra le due componenti professionali della stessa istituzione, un perpetuarsi delle divisioni "politiche" anche dopo il momento elettorale. Si è passato da iniziali propositi verbali, poi mai realizzati, di fare interagire il Presidente della Commissione con l'esecutivo dell'Ordine, ai giorni attuali, in cui ci sono difficoltà anche nel far usufruire la Commissione della consulenza di un legale per il disbrigo delle pratiche istituzionali. Occorre chiedersi se una Commissione realmente compatta godrebbe della stessa considerazione al suo esterno. La verità è che gli attriti tra sindacati odontoiatrici hanno il loro effetto anche all'interno dell'Ordine e non giovano alla migliore funzione dell'istituzione, sia all'esterno dell'Ordine che al suo interno.
Ed ecco allora, egregi Colleghi, come sia stato per me inevitabile fare un bilancio di tutti questi anni e cercare una drastica soluzione che può anche non essere compresa o condivisa, ma che ho ritenuto doveroso tentare per tenere viva almeno la speranza del cambiamento. Se l'obiettivo è di arrivare ad una Commissione Odontoiatri rappresentativa, in cui tutti gli iscritti possano riconoscersi e contemporaneamente essere accettata e valorizzata anche dai sindacati, ho pensato ad un modo per invertire il rapporto di causa-effetto, iniziando dall'Ordine per il cambiamento. Disarticolare dalla base il momento disgregante della professione che, nella nostra realtà provinciale, trova nelle accese competizioni elettorali ordinistiche un momento forte di disturbo ed iniziando con un distacco netto tra le funzioni del sindacato e quelle dell'Ordine.
L'aggregazione associativa degli Odontoiatri è più semplice rispetto a quella medica; quindi ci sono tutte le premesse per trovare il modo di lavorare insieme nell'Ordine e sperare di avviare un dialogo che porti ad una unità d'intenti anche all'esterno e spenga i toni accesi attualmente in uso.
Le dimissioni del Presidente di questa Commissione vogliono essere un forte segnale di discontinuità con il passato e contemporaneamente una proposta immediata per i suoi componenti, che avranno la possibilità di fare una scelta senz'altro difficile, ma importante. Le mie dimissioni vi obbligano a prendere in esame la mia proposta di un nuovo patto di autoregolamentazione elettorale per l'elezione della Commissione Odontoiatri; un patto con contenuti semplici, senza ambiguità, che abbia in sè le premesse per portare serenità nell'istituzione e riconoscimento di quel forte ruolo di terzietà che la società civile chiede, ed infine che sia l'avvio di un dialogo pacato tra sindacati.
La proposta di cui vi parlo è contenuta in un articolo di imminente pubblicazione sul notiziario dell'Ordine e di cui vi consegno copia. Essa non ha la pretesa di essere esaustiva; contiene però le direttive principali a cui ispirarsi, primo fra tutti lo sforzo di raggiungere un'indipendenza tra ruolo ordinistico e sindacale.
Le passate ed anche recenti esperienze mi hanno dato conferma che i sindacati possono iniziare il radicale cambiamento di questa situazione stagnante solo se catalizzati da un segnale forte, quale appunto le dimissioni del Presidente. Con quest'atto vi ho chiamati quindi non solo a dichiararvi disponibili a girare pagina, ma a farlo ora, in modo concreto.
Se riuscirò nel mio intento avrò concluso con soddisfazione il mio impegno per la professione, se fallirò potrò sentirmi tranquillo per aver tentato di tutto.

Dott. Giuseppe BALICE

ALLEGATO n.2

Articolo di stampa del dott. Giuseppe Balice pubblicato sul Notiziario dell'Ordine - novembre 2007

ORDINE, AD UN ANNO DALLE ELEZIONI
Alcune riflessioni ed una proposta sui meccanismi elettorali

Ad un anno dalle elezioni ordinistiche del 2008 (triennio 2009-2011), è opportuno rappresentare agli elettori-lettori alcune riflessioni personali sul ruolo e sui meccanismi che porteranno prossimamente al rinnovo delle cariche istituzionali.
In premessa credo sia importante dare una risposta ad una domanda ricorrente che sento porre dagli iscritti: "Ma l'Ordine a che serve? Solo a pagare la tassa d'iscrizione?". No, non serve a questo. Ed, in ogni caso, vale la pena ricordare che l'iscrizione all'Albo professionale costa poco meno di 15 Euro al mese ed è del tutto detraibile fiscalmente. Ma anche questo sarebbe un contributo superfluo, se fosse inutile. Ma così non è. L'Ordine è il vero strumento di salvaguardia della professione in quanto garanzia della qualità e dell'etica nei confronti del cittadino. Una specie di "marchio d.o.c." che, ove non esistesse, per un verso getterebbe la professione nell'anarchia e per altro verso renderebbe gli utenti facili prede di comportamenti scorretti. Insomma, l'Ordine è uno degli strumenti che serve a mantenere costante nel tempo il valore della nostra professione ed è il punto di partenza per essere credibili con l'utente.
Fatta questa premessa analizziamo il meccanismo elettorale dell'Ordine, non tanto sotto l'aspetto meramente tecnico, che pure è importante ed in relazione al quale è in itinere la legge sul riordino delle professioni intellettuali. Ma lo è anche sotto l'aspetto dei meccanismi che portano alla presentazione delle candidature.

Se un iscritto ha pensato anche solo una volta di volersi impegnare nell'Ordine, certamente ha subito abbandonato l'idea non sapendo nemmeno da dove cominciare, a chi presentarsi o dove inviare il proprio nome per proporre la candidatura. Invece quasi tutti gli iscritti hanno ricevuto una telefonata d'invito a recarsi all'Ordine per votare questa o quella lista. Ma allora, come ci si presenta candidato alle cariche ordinistiche? La risposta è una sola: si deve necessariamente entrare in una lista organizzata da un sindacato. Lista che presenta un suo programma e che prevede la discussione di equilibri futuri ed un organigramma già determinato ancor prima della tornata elettorale.
La forte presenza dei sindacati all'interno degli Ordini pone il legittimo interrogativo sulla netta separazione dei ruoli tra Ordine, che è Ente Ausiliario dello Stato a difesa di un interesse generale, e le stesse organizzazioni sindacali, che hanno la funzione precipua di tutela di interessi di categoria. Per dirla diversamente, stressando il concetto: gli Ordini sono propaggini dei sindacati e ne ricevono un condizionamento? A questa domanda ed alle possibili soluzioni hanno cercato di dare risposta in passato illustri rappresentanti istituzionali della Professione. Personalmente, ho la massima considerazione per i sindacati, sia per il ruolo svolto nell'attuazione della democrazia, sia per l'azione di volontà capace di motivare al voto i Colleghi. E' tuttavia doveroso trovare meccanismi che consentano all'Ordine di non subire condizionamenti "politici" da parte dei sindacati. Ciò rimarcherebbe la terzietà dell'Ordine, requisito fondamentale per svolgere il suo ruolo nella società civile. L'obiettivo da perseguire è che l'Ordine sia governato da persone in possesso dei requisiti di rappresentatività, imparzialità, competenza ed impegno per la durata del mandato. Per passare ad una fase propositiva mi permetto di illustrare una mia ipotesi di autoregolamentazione che sia anche stimolo ed avvio di riflessioni sull'argomento:

  1. Incompatibilità tra carica ordinistica ed incarico dirigenziale associativo nell'ambito provinciale, regionale e nazionale per i seguenti motivi:
    a) Il carico di nuove problematiche ed il numero delle pratiche di routine che i componenti della CAO (Commissione Albo Odontoiatri) sono chiamati a svolgere è notevolmente aumentato rispetto ai primi anni di presenza degli Odontoiatri nell'Ordine. Non è ormai più pensabile che chi ricopre cariche ordinistiche possa avere poi anche disponibilià di tempo per assolvere alla funzione di dirigente della propria associazione.
    b) E' opportuno che i componenti della CAO non siano soggetti ad alcun condizionamento, anche involontario, riveniente dalla carica di dirigenti sindacali, nell'esercizio delle funzioni proprie dell'Ordine (per esempio nel caso di un procedimento disciplinare che coinvolga un iscritto della propria associazione).
  2. Impegno dei candidati.
    La funzione di rappresentanza dei componenti della CAO deve prevedere l'assunzione di un impegno nei confronti degli elettori e della stessa Commissione, chiaramente manifestato. Non si può "sprecare" un incarico ordinistico diminuendo le potenzialità della Commissione. Pertanto i candidati devono dichiarare preventivamente, per iscritto, gli orari di disponibilità ad essere presenti presso l'Ordine (rapporto con l'esterno) e per le riunioni della CAO (rapporto con l'interno).
  3. Presidente
    Il ruolo del Presidente è predominante all'interno della CAO, sia per le prerogative insite nel suo ruolo istituzionale, sia perchè rappresenterebbe il quinto elemento, determinante nelle decisioni. In una fase iniziale, in cui occorre avviare un nuovo percorso di pacificazione e di unità della categoria, è preferibile che si tratti di una figura che possegga due requisiti: "neutralità associativa" e consenso "diretto" degli iscritti all'Ordine.
    • Per il primo punto si potrebbe ipotizzare il requisito di "simmetricità associativa". Cioè la non iscrizione alle associazioni odontoiatriche al momento dell'assunzione dell'incarico.
    • Per il secondo punto si può pensare alla indicazione della candidatura attraverso un meccanismo che coinvolga tutta la base elettiva, cioè tutti gli iscritti all'Albo odontoiatri. Si può ipotizzare una consultazione preventiva degli iscritti ("primarie") in modo che ci sia l'indicazione alla carica di Presidente nella maniera più democratica possibile, senza, per questo, cambiare la legge istitutiva degli Ordini, la quale prevede la elezione del Presidente da parte dei cinque componenti della Commissione Odontoiatri.

Il meccanismo elettorale, come sopra ipotizzato, è di tipo "misto". Cioè da un lato riconosce alle associazioni un ruolo importante, in quanto di fatto determinano la designazione di quattro componenti della CAO. D'altra parte il meccanismo delle primarie e l'indicazione del Presidente da parte degli iscritti garantisce sia la base elettiva che le associazioni. Verrebbe inoltre a decadere una buona parte di deleteria animosità nella competizione elettorale, che nuoce sicuramente al raggiungimento degli obiettivi dell'intera categoria.
Sarà compito dell'attuale Commissione Odontoiatri mettere a disposizione dei candidati alla Presidenza i mezzi ufficiali di comunicazione dell'Ordine (Notiziario, sito Web) per rendere noti i programmi degli stessi candidati. Anche gli interventi e pareri sull'intero argomento riceveranno sin da ora ospitalità.

Dott. Giuseppe BALICE